63 editions before our arrival at the Boston Park Plaza; 63 editions of HNMUNs, with thousands of delegates participating in the committees. A story of implementations and improvements, a story of diplomacy and discussions, a story of cooperation and... youth.
Quite weird being on the other side, because we got used to play the organizers instead of the participants of a Model: but things never change, at all. You can notice organizational issues, you can learn organizational advice. However, even though it feels so right, pressure escalates higher and higher, because somehow it’s time to show you are a good delegate - otherwise, how are people supposed to trust you as a MUNtor?
The Harvard National Model United Nations is the most important MUN across the world, with literally thousands of delegates all gathered for 4 intense days in the same place - the hotel hosting the event. The MUN starts when you step into the hotel, because your fellow delegates start approaching since that very moment: “what’s your committee? Who do you represent? What’s your opinion about...?”. No time to get familiar with the place or put down your luggage, no time to recover from the jet-lag, no time to think ‘wow! Even JFK walked down this same floor!‘. The sessions are so hectic that you only live with your committee’s mates all the time: you have breakfast with them, you have lunch with them, you have the post-committee meetings with them. Always with them... always. Just in our rooms with the true mates, but we are too tired to do anything. You don’t see them for the entire MUN, just the first dinner and the last dinner together.
We’ve been assigned Sweden this year, a quite manageable country luckily. World Health Organization, Organisation for Economic Co-operation and Development, United Nations Development Program, Historical General Assembly and United Nations Security Council were our committees. Coupled up 2 in each committee, and ready to rock it. The Rules of Procedure are stricter, more copious and the fellow delegates are quite competitive. Also the chairing can be quite different. This year, for the first time ever, Ca’Foscari has offered 20 scholarship to get there: otherwise, we’ve always been 10. According to the Committee, we were in different numbers, sometimes 40 countries (meaning 80 people, 2 per country) or sometimes 60 countries (120 people!) all striving to speak or to raise a motion. They play MUNs since their childhood, they have classes teaching about MUNs, they work hard and constantly to be ready for it. Completely different than what we usually do, for a matter of contextual differences. Even though relational and communication skills sometimes cannot be properly taught, if a person is intrinsically endowed with cooperative and diplomatic attitude, it’s really worth training, and it’s evident.
The experience of the HNMUN is completely different from any other MUN that you might have ever witnessed or taken part in. The beauty of such simulations is that they lead you face to face with people from other cultures, who have a completely different background, as well as a different way of approaching debates and MUNs. There are those who have very choreographic ways of speaking, those who prefer to speak one line each, those who are naturally born crowd-movers. There are those who try to lure you into an agreement and those who flatter you to talk you into their resolution. All this allows you to reach the greatest achievement possible: understanding your own abilities and potentiality. If you get there, then your MUN experience was complete, to the fullest extent possible. You will make new friends, you will debate world-threatening issues, you will understand how the dynamics of debate and negotiations are, but most importantly you will get to know yourself better. You will understand how Americans address contents or topics, or how French people propose solutions, or how Latin Americans approach debates, and in the end, this will all contribute to a more comprehensive understanding of your own competences.
Therefore, to be a proper MUNer you have to be goal-oriented: but watch out, the goal is not the prize that you might (hopefully) gain at the end of the simulation. The goal is to live an experience so enriching that you will keep for the rest of your life. A prize will eventually be left over a dusty shelf, but the memories, and what you have learned about yourself and others will be what you keep with you. Think of an HNMUN as more than an international UN simulation, it is also a social experiment and an introspective journey: if experienced fully, and you are 360 degrees involved, it overwhelms you.
Good luck, and, most of all, enjoy!
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C’era una volta... HNMUN 2018
63 edizioni prima del nostro arrivo al Boston Park Plaza. 63 edizioni del Harvard National Model United Nations, con migliaia di delegati che partecipano ai comitati. Si migliora, si corregge il tiro, si discute, si é diplomatici, si coopera... si è giovani. Ammettiamolo, è stato parecchio strano essere dall’altra parte per una volta, perché eravamo così abituati a essere gli organizzatori, piuttosto che i partecipanti di una simulazione: in realtà, tutto era uguale. Come puoi notare inciampi organizzativi, puoi anche trarre buoni suggerimenti. Comunque, anche se ti senti a tuo agio, la pressione cresce sempre più, perché ora è il momento di dimostrare che sei anche un buon delegato - altrimenti come potrebbero mai fidarsi gli altri di te in veste di organizzatore?
HNMUN è la più importante simulazione ONU al mondo, con centinaia e centinaia di delegati che si riuniscono per 4 intensi giorni, tutti nello stesso posto - l’hotel Boston Park Plaza, che ospita l’evento. Il MUN comincia letteralmente nel momento in cui metti piede in hotel, poiché gli altri delegati cominciano da subito approcciati, chiedendo: “In che comitato sei? Chi rappresenti? Che ne pensi di...?”. Non hai un minuto per ambientarti o mettere giù la valigia, non c’è tempo di riprendersi dal jet-lag, o di pensare “ehi, anche JFK ha camminato per questi stessi corridoi!”. Le sessioni sono così frenetiche che vivi coi tuoi compagni di comitato: colazione, pranzo, riunioni di fine sessione. Sempre con loro, letteralmente. Gli unici momenti in cui riesci a trascorrere un po’ di tempo coi tuoi ‘compagni di viaggio cafoscarini’ sono la cena all’arrivo e la cena post simulazione: anche se si condividono le camere d’hotel, alla sera sei troppo sfatto per fare qualsiasi cosa.
Quest’anno, ci hanno dato la Svezia, un paese piuttosto gestibile, per fortuna. Organizzazione Mondiale della Sanità, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, Assemblea Generale Storica e Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite erano i nostri comitati. Divisi a coppie, 2 per comitato, e pronti a mettercela tutta. Le Rules of Procedure sono più severe, più copiose e gli altri delegati sono piuttosto competitivi. Quest’anno per la prima volta, Ca’ Foscari ha offerto 20 borse di studio per l’HNMUN, altrimenti saremmo stati solo 10. A seconda del Comitato, eravamo in numero differente, talvolta 40 paesi (cioè 80 persone, 2 per paese), talvolta 60 paesi (120 persone) tutti che lottano per ottenere la parola o per proporre una mozione. Gli altri partecipano ai MUN sin da piccoli, seguono corsi universitari che preparano ai MUN, e lavorano sodo costantemente per essere pronti. Rispetto a noi, è tutt’un altro mondo, tutta un’altra storia. Partendo dal presupposto che le capacità relazionali e comunicative hanno una componente ‘innata’, sicuramente vale la pena svilupparle adeguatamente.
L’esperienza del HNMUN è completamente differente da qualsiasi altro MUN cui possiate prendere parte. La bellezza di queste simulazioni è che ti porta faccia a faccia con persone di altre culture, che hanno un background completamente differente, tanto quanto sono singolari i modi di approcciarsi ai dibattiti e ai MUN. Ci sono quelli che hanno modi molto coreografici di parlare, quelli che preferiscono parlare in stereofonia, dicendo una frase a testa, e quelli che sono naturalmente grandi oratori. Ci sono quelli che tentano di attirarti nel loro accordo e quelli che ti lusingano affinché firmi la loro risoluzione. D’altro canto, tutto ciò ti permette di raggiungere il più grande obiettivo possibile: conoscere le tue abilità e potenzialità. Se ci arrivate, allora la vostra esperienza come MUNers è stata davvero completa. Conoscerete nuovi amici, discuterete di questioni che minacciano il mondo, capirete le dinamiche di un dibattito e di negoziato, ma più di tutto, imparerete a conoscere meglio voi stessi, che è la cosa più importante. Capirete come gli Americani si approcciano ai contenuti e ai temi, come i Francesi propongono soluzioni e come i Latino- Americani si pongono verso i dibattiti e alla fine tutto ciò contribuirà a una più completa comprensione delle vostre proprie capacità.
Perciò, per essere un vero e proprio MUNer, bisogna avere bene gli obiettivi in testa, attenzione però: l’obiettivo non equivale al premio che potreste (incrociamo le dita) vincere alla fine della simulazione. L’obiettivo è di vivere un’esperienza talmente arricchente, che conserverete con voi per il resto della vostra esistenza. Un premio alla fine diventerà un mobilio su una mensola polverosa, mentre i ricordi, e ciò che avrete imparato di voi stessi e degli altri è ciò che rimarrà con voi. Pensate ad un HNMUN come a più di una simulazione internazionale dell’ONU; è anche un esperimento sociale e un viaggio introspettivo: se vissuto al massimo, se sarete coinvolti a 360 gradi, vi travolgerà.
Quindi buona fortuna, ma soprattutto... godetevela!
Sara Dal Monico e Filippo Schena
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